DOUBLE-SIDED
La metamorfosi dell’identità tra natura e tecnologia
“Chi siamo davvero? Carne o pixel, radici o visione?”
Con la serie “Double-Sided”, Davide Cocozza esplora una nuova dimensione della figurazione contemporanea attraverso l’uso della computer grafica e della contaminazione digitale. Il volto umano diventa una superficie mutante, un campo di sperimentazione in cui la pelle si dissolve, si fonde con elementi naturali, si trasforma in un nuovo linguaggio visivo.
L’artista costruisce un’estetica che richiama le metamorfosi ovidiane, un processo in cui la forma non è mai fissa, ma sempre in evoluzione. I volti si intrecciano con elementi vegetali, astratti e organici, creando una visione sospesa tra il biologico e il virtuale, tra il reale e il digitale.
L’identità come stratificazione visiva
La pelle umana, in “Double-Sided”, non è più un confine definito, ma una membrana porosa che assorbe e restituisce immagini, colori, frammenti di natura e artificio.
• Il volto si fonde con pattern floreali e organici, suggerendo un ritorno alle origini, una simbiosi tra uomo e natura.
• L’uso del colore è psichedelico, vibrante, a volte disturbante, come se la pelle fosse un paesaggio in perenne trasformazione.
• Le immagini sembrano galleggiare tra due mondi: il mondo fisico e quello virtuale, come se la coscienza fosse sospesa in una dimensione ibrida.
“Nulla è stabile. L’identità è un mosaico di influenze, di connessioni, di trasformazioni.”
La metamorfosi Ovidiana nel digitale
Il rimando alle “Metamorfosi” di Ovidio è evidente: nelle opere di Cocozza l’essere umano perde la sua integrità, si confonde con la natura, si frammenta e si ricompone in nuove forme ibride.
• La pelle non è più un confine ma un supporto, una tela su cui si sovrappongono elementi esterni.
• Il volto diventa terreno fertile per la crescita di fiori, radici e simboli, come se l’uomo stesso fosse una pianta in continua evoluzione.
• L’immagine si specchia e si sdoppia, come a suggerire che siamo sempre più di un’identità, sempre più di un’unica definizione.
C’è un forte richiamo all’estetica del glitch digitale, alla frammentazione dell’immagine nell’era post-internet, alla fusione tra biologia e intelligenza artificiale.
Un nuovo concetto di bellezza e di corpo
Se il ritratto classico cercava di catturare l’essenza di un volto, in “Double-Sided” il volto diventa fluido, incerto, contaminato. Non esiste un’identità fissa, ma solo possibilità, mutazioni, transizioni.
• Il corpo non è più chiuso in una definizione, ma si apre all’esterno, si fonde con ciò che lo circonda.
• La bellezza si ridefinisce: non è più armonia classica, ma un processo di trasformazione continua.
• La tecnologia non è un ostacolo, ma un nuovo strumento per esprimere l’essenza mutevole dell’essere umano.
“Se la natura cambia, perché noi dovremmo rimanere gli stessi?”
Conclusione: l’arte come evoluzione dell’essere
“Double-Sided” non è solo una ricerca estetica, ma una riflessione sulla nostra identità nell’era digitale.
Siamo corpo o immagine? Siamo radici o rete? Siamo carne o codice?
Le opere di Davide Cocozza ci pongono di fronte a queste domande, offrendoci una visione in cui il confine tra uomo, natura e tecnologia si dissolve, lasciando spazio a un nuovo concetto di esistenza.
Forse il futuro è già qui. E forse, come in Ovidio, siamo destinati a trasformarci per sempre.







