UPSET – VOLTI COLATI
La fusione dell’emozione: il colore come metafora della contaminazione umana
“L’arte deve essere un riflesso del tempo in cui vive e, se non è una testimonianza sincera, è solo decorazione.”
— Francis Bacon
Nella sua serie Upset – Volti Colati, Davide Cocozza esplora il concetto di contaminazione visiva ed emotiva, attraverso una pittura liquida che dissolve i confini della forma e dell’identità. Volti che colano, si sfaldano, si confondono tra le lacrime cromatiche di un’esistenza in continua trasformazione.
L’artista utilizza acrilici fortemente diluiti, lasciando che il colore scorra liberamente sulla tela, senza costrizioni. Ogni goccia, ogni sfumatura che si mescola con un’altra, diventa una narrazione visiva della nostra condizione umana: nessuno resta intatto nel contatto con l’altro.
Il colore come esperienza emotiva
Le opere di Upset evocano un senso di dissoluzione e compenetrazione, richiamando una sensibilità pittorica che affonda le radici in maestri come Francis Bacon, dove la deformazione del volto è un tentativo di svelare la verità interiore, e Edvard Munch, la cui pennellata liquida imprime emozioni crude direttamente sulla superficie pittorica.
Ma il lavoro di Cocozza va oltre la distorsione espressionista: qui non è il singolo individuo a sgretolarsi, ma a fondersi con ciò che lo circonda, assorbendo il mondo e restituendolo sotto forma di segno.
“Non siamo isole, ma fiumi che si intrecciano, lasciandoci addosso i colori degli altri.”
Ogni figura rappresentata porta in sé l’eco di un’interazione, di un’esperienza, di un vissuto che ha lasciato traccia. L’essenza dell’identità non è fissa, ma in continuo mutamento, proprio come il colore che si spande e si fonde sulla tela.
La dissoluzione della forma come atto sociale
L’interazione cromatica è una dichiarazione concettuale potente: in un’epoca in cui l’individualismo sembra prevalere, Cocozza racconta l’inevitabile scambio tra le persone.
Il colore che cola non è solo un artificio tecnico, ma una metafora visiva della relazione umana:
• Le sfumature si sovrappongono, si compenetrano, si trasformano a vicenda: così come le esperienze plasmano le persone, lasciando segni indelebili.
• Non esistono linee nette, confini rigidi, separazioni assolute: ogni incontro è una contaminazione, ogni sguardo un passaggio di energia.
• L’opera si costruisce nel dialogo tra il caso e il controllo: l’artista lascia spazio all’imprevisto, accogliendo l’inaspettato come parte della costruzione dell’immagine.
Un’estetica della sensibilità liquida
In un mondo sempre più frenetico, dove l’immagine è spesso iper-definita, Cocozza sceglie l’indeterminatezza, il gesto pittorico che si fa esperienza sensibile e vulnerabile. L’arte non è solo rappresentazione, ma trasmissione di un’emozione liquida che scorre e permea lo spettatore.
“Nessuno esce da un incontro uguale a prima. Siamo tutti colori mescolati nel grande quadro della vita.”
Con Upset, Davide Cocozza propone una riflessione visiva sul senso dell’interdipendenza umana, usando il linguaggio pittorico per trasformare il caos emotivo in un’estetica che cattura l’essenza stessa dell’essere.
L’arte, qui, non è solo espressione. È un corpo emotivo, un manifesto fluido della nostra stessa esistenza.

















