L’ARTE METTE A NUDO

Il corpo, la pittura, il vetro: la rivelazione dell’essere attraverso l’arte
“L’arte è una menzogna che ci fa realizzare la verità.” – Pablo Picasso
Può l’arte esistere senza rivelazione? Può la pittura nascondere, proteggere, velare? O è destinata a spogliarsi, a togliere strati, a mettere a nudo la materia e lo spirito?
Con “L’Arte Mette a Nudo”, Davide Cocozza porta la sua ricerca al limite dell’incontro tra arte e corpo, tra immagine e identità. La performance, tenutasi il 3 marzo 2018 alla SAVE BIENNALE presso il Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara, si sviluppa come un rituale di rivelazione, un atto in cui la pittura non copre, ma svela; non rappresenta, ma trasforma.
Il corpo diventa tela, il vetro diventa soglia, il colore si fa espressione diretta di un contatto tra essere e visione.
La modella Krizia Micolucci non è una figura statica da osservare, ma una presenza viva, un corpo che partecipa alla creazione, che si lascia attraversare dallo sguardo dell’artista e dal segno della pittura. In questo spazio sospeso, il nudo non è più un’esibizione, ma un ritorno alla verità primordiale dell’arte.
La pittura sul vetro: riflesso, frammento, esposizione
“Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.” – Carl Gustav Jung
La scelta del vetro come supporto pittorico non è casuale. Il vetro è trasparenza e barriera, è protezione e distorsione, è una soglia tra due mondi: quello dell’artista e quello del soggetto, quello dell’interno e quello dell’esterno.
•Dipingerci sopra significa confrontarsi con il riflesso, con la fragilità della superficie, con l’impossibilità di trattenere il segno in modo definitivo.
•Il colore scivola, si mescola, si rompe come la percezione stessa della realtà.
•L’olio non penetra nel supporto, ma resta in sospensione, come il tempo dell’attesa, come un’impronta momentanea che può dissolversi da un momento all’altro.
Qui, l’arte è un atto di esposizione, un gioco di sguardi in cui chi dipinge, chi è dipinto e chi osserva sono tutti parte dello stesso processo di rivelazione.
Il corpo come manifesto di verità
“La nudità è l’unico vestito che non mente.” – Margaret Atwood
La nudità, in questa performance, non è provocazione, né mero atto estetico. È un ritorno all’origine dell’arte, a quando l’uomo incideva il proprio corpo sulle pareti delle caverne, a quando la rappresentazione non era spettacolo, ma rito, necessità, testimonianza.
•Il corpo esposto non è oggetto, ma soggetto. Non è passivo, ma attivo nella creazione dell’opera.
•La pelle diventa un’estensione della pittura, il colore diventa carne, il vetro diventa una membrana tra mondi che si incontrano.
•L’artista non è più dietro il quadro, ma dentro di esso, immerso nel processo, coinvolto nella stessa esposizione.
Qui l’arte non è decorazione, ma ferita aperta, confessione visiva, verità espressa attraverso il gesto e la materia.
Superare il filtro dello sguardo
“Noi vediamo le cose non come sono, ma come siamo.” – Anaïs Nin
Ogni opera d’arte è il risultato di uno sguardo, ma cosa succede quando l’arte stessa riflette lo sguardo di chi la osserva?
•Il vetro rifrange, restituisce immagini distorte, obbliga lo spettatore a spostarsi, a cercare il punto giusto di osservazione.
•Non esiste un’unica prospettiva: il nudo e la pittura si sovrappongono, si fondono, diventano uno spazio fluido in cui non esiste più una gerarchia tra artista, modello e pubblico.
•L’arte non si offre come qualcosa di compiuto, ma come un processo in divenire, in cui ogni elemento si ridefinisce attraverso l’altro.
Il risultato è un’opera aperta, un’esperienza più che una rappresentazione, un incontro che va oltre il quadro e si fa azione viva.
Conclusione: l’arte è una nudità dell’anima
“Nell’arte, come in amore, l’istinto è sufficiente.” – Anatole France
“L’Arte Mette a Nudo” è una dichiarazione di intenti: non esiste arte senza esposizione, senza vulnerabilità, senza il coraggio di mostrarsi per quello che si è.
Davide Cocozza demolisce il concetto di pittura come filtro, sostituendolo con un atto di verità, in cui il corpo, il segno e la materia diventano una cosa sola.
Non si tratta solo di vedere un corpo nudo, ma di vedere attraverso l’arte, di attraversare il vetro, di superare lo sguardo e arrivare all’essenza.
Perché mettere a nudo significa rendere visibile l’invisibile. E l’arte, in fondo, è sempre una nudità dell’anima.

L'Arte Mette a Nudo. Pescara 3 Marzo 2018 SAVEBIENNALE Museo D'Arte Moderna Vittoria Colonna. In collaborazione con la modella Krizia Micolucci. Colori ad olio su vetro e cornice di legno.

Using Format